Aprire una gelateria a Lanzarote: intervista a Valentina e Valerio

Valentina: geometra. Valerio: progettista elettrotecnico. Due liberi professionisti con un lavoro più che soddisfacente, ma che creava loro un senso di disagio sempre più crescente. Una vacanza programmata all’ultimo momento ha cambiato il loro destino.  Un viaggio a Lanzarote da cui sono tornati cambiati. Sono tornati con la consapevolezza che erano più i motivi per partire che quelli per restare, perché lavorare sempre a ritmi elevati, con una pressione fiscale alle stelle e completamente sproporzionata rispetto alle entrate, senza avere particolari prospettive di miglioramento sotto entrambi i punti di vista, non bastava più. Di cosa si occupano ora Valentina e Valerio? Hanno deciso di aprire una gelateria self-service: “Titto” a Puerto del Carmen.

Valentina, quando e per quale motivo, insieme al tuo compagno, hai deciso di trasferirti definitivamente a Lanzarote?

Abbiamo conosciuto Lanzarote per caso. Essere liberi professionisti, infatti, non ci ha mai permesso di programmare le vacanze con molto anticipo, per cui tre anni fa, come tutti gli anni precedenti, ci siamo trovati a poter decidere la meta solo un paio di giorni prima della partenza ed oltretutto in pieno agosto. La scelta iniziale erano le isole Azzorre, ma dopo aver cercato ovunque anche con scali in quasi tutta Europa, non c’era nessuna disponibilità. Abbiamo quindi cambiato il metodo di ricerca: quali destinazioni offre l’aeroporto di Bologna nei prossimi giorni? Nonostante non fosse tra i più economici, ma attirati dal fatto che fosse alle famose “Canarie”, abbiamo prenotato il volo per Lanzarote. Abbiamo così trascorso una decina di giorni a Lanzarote e una decina di giorni a Fuerteventura e siamo tornati diversi, senza capire bene in quale senso, ma diversi. L’estate successiva abbiamo trascorso circa un mese tra Gran Canaria e Tenerife, ma nonostante ci siano piaciute molto ed abbiano davvero tanto da offrire, non abbiamo sentito quella sensazione dell’anno precedente.

Nel frattempo il lavoro, fortunatamente per entrambi, era più che soddisfacente anche se ci creava un senso di disagio sempre più crescente.

A settembre 2014 abbiamo deciso di trascorrere un mese intero a Lanzarote per cercare di capire se quella sensazione che ci eravamo portati dentro la prima volta fosse ancora presente e cosa fosse. Durante questo periodo, avendo già visto l’isola da viaggiatori, abbiamo cercato di apprezzare la quotidianità di ogni gesto, seppure piuttosto sommariamente, essendo pur sempre in vacanza e quindi senza alcun tipo di impegno lavorativo da sostenere. Abbiamo anche approfittato del tempo che avevamo per rivolgerci a professionisti, in modo da conoscere concretamente quali fossero tutti gli aspetti che avremmo dovuto tenere presente nel caso avessimo voluto valutare la possibilità di un trasferimento: documenti, fiscalità, sanità, ecc. Al termine di quella vacanza siamo “fisicamente” tornati, ma in realtà non ce ne siamo mai andati. Abbiamo passato i successivi mesi tra calcoli, sogni e valutazioni e i primi giorni di gennaio ci siamo guardati negli occhi e abbiamo prenotato il volo di andata per il successivo mese di aprile.

Di cosa vi occupavate in Italia? Ed ora invece di cosa vi occupate?

Eravamo entrambi autonomi con partita iva, iscritti ai rispettivi Collegi e con due situazioni abbastanza differenti. Io, oltre all’attività di geometra, collaboravo praticamente a tempo pieno da diversi anni con uno dei più importanti studi peritali in Italia e la presenza del lavoro non è mai stata un problema, anzi semmai l’esatto opposto. Mentre Valerio, quale progettista elettrotecnico, era socio di una società che di occupava a tutto tondo di servizi legati alla gestione tecnologica del patrimonio immobiliare sia residenziale che non, di proprietà di importanti imprese anche a livello internazionale, le quali tuttavia dallo scorso anno, a causa della crisi, hanno drasticamente ridotto le commesse, causando pertanto una notevole diminuzione del lavoro. Quindi, mentre io lavoravo praticamente tutti i giorni alla settimana per un numero di ore indefinito senza riuscire comunque a smaltire tutto il lavoro, lui invece negli ultimi tempi era nella situazione in cui, nonostante il continuo investimento di tempo e denaro per la promozione dell’attività, non aveva praticamente introiti. Tra l’altro in passato abbiamo avuto anche l’occasione di lavorare insieme a stretto contatto e professionalmente abbiamo riscontrato di essere molto affini, avendo entrambi una discreta attitudine al lavoro e competenze che tra di loro si completano, condizioni che ci hanno dapprima fatto sognare e poi valutare più concretamente la possibilità di creare qualcosa di nostro, gestendo tutti gli aspetti che questo comporta giorno dopo giorno. Adesso abbiamo aperto la gelateria self-service “Titto” a Puerto del Carmen, nella quale abbiamo deciso di occuparci di tutto personalmente.

Il vostro potremmo definirlo un salto nel buio. Avete avuto molto coraggio, ma quali sono state le difficoltà che avete dovuto affrontare durante le fasi del vostro trasferimento?

Probabilmente è una frase scontata e già sentita o letta da molte parti, ma per noi, sia come persone che come coppia, sarebbe stato più difficile restare immobili dove eravamo e continuare con quella quotidianità che però ci aveva fatto sognare di poterla cambiare. Ci siamo ritrovati ad avere 10/15 anni di lavoro alle spalle, che non sono tanti sia chiaro, ma iniziano ad essere sufficienti per avere un minimo di esperienza e poter iniziare a fare delle valutazioni e le soddisfazioni professionali non sono mancate. Ma il rovescio della medaglia era lavorare sempre a ritmi elevati, con una pressione fiscale alle stelle e completamente sproporzionata rispetto alle entrate, senza avere particolari prospettive di miglioramento sotto entrambi i punti di vista. Oltre a questo non rimaneva mai tempo per noi, se stiamo insieme da anni è perché ci vogliamo bene e ci piace stare insieme e succedeva che avevamo davvero poche possibilità di goderci del tempo come coppia. Eravamo quindi arrivati alla conclusione che erano più i motivi per partire che quelli per restare. In sostanza la nostra è stata una presa di coscienza più che una decisione presa di punto in bianco e le difficoltà maggiori sono state certamente a livello affettivo. Il periodo prima della partenza è stato abbastanza intenso sotto questo aspetto, tra saluti, valige, abbracci, scatole… Sono piccole cose, ma è proprio la consapevolezza del fatto che le tue abitudini e la routine quotidiana, che fino a ieri davi ormai per scontate, da domani non saranno più tali, è abbastanza impattante. E’ anche vero che una volta arrivati a destinazione, dal giorno successivo avevamo tante di quelle cose da fare che siamo stati assorbiti da tutto, tra la ricerca di una casa, documenti da fare, la società, il locale, ecc. ci siamo completamente concentrati su queste cose, nonostante quel velo di nostalgia che ci accompagna sempre, pensando alle persone che abbiamo lasciato in Italia.

Da un punto di vista burocratico, è stato difficile avviare la vostra gelateria?

Conoscendo bene cosa comporta aprire un’attività in Italia, sia in termini di adempimenti burocratici e soprattutto delle tempistiche, direi che è stato tutto piuttosto semplice e veloce. Noi abbiamo scelto di affidarci a dei professionisti per risparmiare tempo e oggi devo dire che non avremmo potuto fare scelta migliore. Una volta individuato il locale, dopo qualche giorno abbiamo costituito la società e iniziato la progettazione per le opere da farsi all’interno, il giorno dopo aver presentato il progetto all’ente di competenza i lavori possono iniziare. Anche sotto questo aspetto, ci siamo fatti consigliare e abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone affidabili e precise che hanno soddisfatto tutte le nostre richieste (e non sono state poche!) e sono riusciti a realizzare il locale come è oggi. Purtroppo abbiamo avuto un problema con una compagnia dell’energia elettrica che ha causato il ritardo dell’apertura di più di un mese, ma alla fine ce l’abbiamo fatta!

Chi vi ha aiutato e sostenuto durante l’avvio dell’attività?

Come dicevo prima, sicuramente un enorme aiuto ci è stato dato da tutti i professionisti con cui abbiamo lavorato, perché ci hanno fatto risparmiare perdite di tempo più che certe se avessimo fatto da soli, ma oltre a loro a Lanzarote non conoscevamo nessuno per cui ci siamo aiutati a vicenda noi due. Mentre Valerio seguiva tutti quelli che sono stati i lavori, io ho preso contatti con i fornitori, cosa che non si è rivelata semplicissima perché qui, a parte i supermercati all’ingrosso, se ti serve un prodotto diverso o più specifico al tipo di attività, bisogna riuscire a trovare il commerciale dell’azienda che lo fornisce e lavorare con cataloghi o campioni, perché molte aziende hanno sede nelle isole maggiori mentre qui lavorano tramite rappresentanti. Ovviamente però avevamo e continuiamo ad avere sostenitori “a distanza”, i rispettivi genitori, parenti e amici non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto, nonostante la distanza. Dà una bella carica sapere che le persone a cui teniamo di più fanno tutte il tifo per noi.

Cosa offrite ai vostri clienti in più e di diverso rispetto alle altre gelaterie presenti sul posto?

Si tratta di una gelateria fai-da-te, nella quale è il cliente a decidere il gelato che vuole: si scelgono i gusti e la quantità di ognuno, chi lo gradisce può anche aggiungere i toppings e una volta terminato, il gelato viene pesato e si paga in proporzione al peso. Ci teniamo particolarmente a precisare che il cliente se vuole tenere controllato il prezzo durante la composizione del suo gelato, può pesare il gelato tutte le volte che vuole senza limiti! Questo significa che ogni volta il gelato può essere diverso, lasciando decidere alla fantasia di ognuno, c’è chi sceglie il cono e chi invece la coppetta, chi riempie il cono con la frutta e chi con una cascata di cioccolata, chi sceglie l’abbinamento più “light” con yogurt gelato e frutta e chi invece tra gelato, topping e salse trasforma il gelato nella “fabbrica di cioccolato”. Oltre a questo, sempre con il concetto del self-service, abbiamo anche milkshake di differenti gusti che il cliente può decidere di guarnire con frutta fresca, panna montata, cioccolata, biscotti, ecc. Abbiamo anche diversi gusti di granita che può essere fatta dal cliente stesso aggiungendo i vari insaporitori e il ghiaccio. Ci tengo anche a dire che tutti i gusti di gelato, quindi anche i milkshake, le granite e molti dei toppings esposti sono senza glutine, visto che sempre più persone ce lo richiedono.

Da dove è nata l’idea di aprire una gelateria?

In realtà è stata una scelta non premeditata, abbiamo pensato a questa idea durante la nostra ultima vacanza, passeggiando lungo l’Avenida de las Playas, anche se a dire il vero in quella vacanza abbiamo pensato ad ogni tipo di attività che avrebbe potuto fare al caso nostro. Una volta tornati in Italia abbiamo contattato il franchising per avere più informazioni e abbiamo fissato un colloquio durato un’intera mattinata, dal quale siamo usciti entusiasti nonostante ancora non ci fosse nulla di certo rispetto al nostro trasferimento, anzi non avevamo ancora concretamente affrontato il discorso. Una volta presa la decisione di partire, abbiamo iniziato a credere che questo tipo di attività potesse davvero essere il nostro futuro. Prima di tutto è un franchising che nasce a Bologna da un gruppo di giovani bolognesi e già questi sono aspetti che ci piacevamo, la base del gelato viene preparata da un caseificio italiano, per cui non è necessario essere gelatai e questo per noi è stato uno degli aspetti fondamentali, dato che non avevamo intenzione di improvvisarci gelatai iniziando a fare da un giorno all’altro una professione così impegnativa e che come tutte le professioni per essere fatta nel migliore dei modi richiede studio, dedizione e un percorso formativo specifico. In Italia è già presente in molte città e continuano ad aprire punti vendita, mentre noi seguendo il cuore e l’istinto abbiamo scelto per la prima volta l’estero ed in particolare Lanzarote, con tutte le problematiche a livello logistico che questo ha comportato e comporta tuttora, anche se con il tempo e l’esperienza stiamo riuscendo a limitare i disagi, sperando un domani di riuscire ad eliminarli completamente.

Dove si trova la vostra gelateria? E riscontro sta ottenendo sull’isola?

La gelateria si trova lungo la Avenida de las Playas a Puerto del Carmen nella zona del Casinò e siamo aperti tutti i giorni della settimana. Per quanto riguarda il riscontro siamo aperti da circa tre mesi per cui non ci siamo ancora fatti un’idea ben chiara, ma a grandi linee ci pare che la risposta sia positiva. Quello che fino ad ora ci è stato riferito e che fortunatamente è uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati, è il fatto che si tratti di un concetto di negozio diverso e nuovo per tanti, sia per il fatto che abbiamo oltre al gelato soft anche il frozen yogurt (molte persone sono convinte che per il solo fatto di avere le macchine Carpigiani si tratti solo di frozen yogurt), sia perché il cliente facendoselo da solo decide la quantità e i gusti sia di gelato che dei toppings senza alcun limite.

In un trasferimento come il vostro, quanto è importante la determinazione e quanto il desiderio di andare via? Ma soprattutto qual è il vostro consiglio in merito?

Sicuramente a mio avviso entrambi sono fondamentali: la determinazione è necessaria per farti andare fino in fondo nel momento in cui ti rendi conto che c’è qualcosa che non va come dovrebbe, diventa la forza motrice che ti spinge ad essere parte attiva nella tua vita; il desiderio di andare via ti viene nel momento stesso in cui ti guardi intorno e non ti riconosci più nella città dove sei nato e cresciuto, nelle persone che incontri e soprattutto quando, nonostante tutti gli sforzi possibili che continui a fare, non riesci più ad avere fiducia nel futuro. Ecco a quel punto, qualcosa doveva essere fatto, altrimenti saremo stati costretti a sopravvivere continuando a lamentarci e non è certo quello che avevamo intenzione di fare.

Quali sono i vostri sogni nel cassetto?

Diciamo che questo importante cambiamento ha trasformato il famoso cassetto in una soffitta intera, perchè nonostante ci troviamo in un puntino in mezzo all’Oceano, adesso la fiducia di cui parlavo prima l’abbiamo recuperata e come dico sempre “sognare è gratis”, per cui ci sono tanti progetti che vorremmo trasformare in realtà. Quello forse un po’ più ambizioso sarebbe l’apertura di un’altra gelateria self-service sempre alle Canarie…

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A cura di Nicole Cascione